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Tiroidite e omotossicologia

Tiroidite e omotossicologia

Tiroidite e omotossicologia
Tiroidite e omotossicologia

L’ omotossicologia coadiuva il trattamento della tiroidite cronica tramite rimedi drenanti, rimedi modulatori della risposta infiammatoria e immunitaria. I rimedi di omotossicologia sono ben tollerati dai pazienti, perché privi di effetti collaterali considerevoli. La tiroidite cronica o di Hashimoto è una malattia cronica autoimmune. Si tratta della forma più comune di tiroidite e la sua prevalenza è nettamente superiore nel sesso femminile e nell’età avanzata.  Spesso la diagnosi di tiroidite avviene  in ritardo, nonostante si tratti di una malattia in forte crescita.

La positività degli esami autoanticorpali circolanti, anti-tireoperossidasi (anti-TPO) e anti-tireoglobulina (anti-TG), è necessaria alla diagnosi. Considerando la tiroidite insieme alle altre malattie autoimmuni, si osservano sintomi assai variabili, dall’assoluta asintomaticità, all’ipertiroidismo prima e all’ipotiroidismo successivamente. L’evoluzione della tiroide in senso ipofunzionale è imprevedibile nel singolo soggetto, poiché può manifestarsi in qualsiasi fase della malattia. Talora rappresenta persino la manifestazione di esordio, ma più frequentemente compare in pazienti con positività anticorpale nota da anni. In molti casi, la comparsa di segni e sintomi conclamati d’ipofunzione segue una fase d’ipotiroidismo subclinico, che è definito dall’elevazione isolata dell’ormone tireostimolante TSH. Per questo la tiroidite cronica di Hashimoto è una patologia tendenzialmente sotto diagnosticata ed è spesso rilevata nel corso di visite o esami clinici effettuati per altre ragioni.

Spesso la tiroidite inizia lentamente in modo che le persone colpite all’inizio difficilmente percepiscono i sintomi che possono includere:

  • apatia o cardiopalmo
  • tachicardia o bradicardia
  • ipertensione o ipotensione
  • sintomatologia psichica ansia, irritabilità e depressione
  • debolezza muscolare o crampi muscolari
  • tremore delle mani
  • insonnia o ipersomnia
  • sintomi cutanei
  • intolleranza al freddo eo intolleranza al caldo
  • alterazioni della sudorazione
  • fame eccessiva e sete o disappetenza
  • perdita o aumento di peso
  • feci molli o stipsi
  • disturbi del ciclo mestruale

La diagnosi tiroidite si avvale, oltre degli esami anamnestico-obiettivi, del dosaggio degli anticorpi antitiroide circolanti, in particolare degli anti-TP e dell’ecografia, che dimostra un’ecostruttura diffusamente ipoecogena, disomogenea della ghiandola. Si chiamano malattie autoimmuni quelle denotate dalla produzione di anticorpi contro lo stesso organismo affetto dalla malattia. Nelle malattie autoimmuni, alle quali appartiene la tiroidite, l’infiammazione cronica è associata a un’alterazione neuroendocrina che impedisce il suo estinguersi. Un deficit nella risposta dell’asse immunoendocrino determina la difficoltà a ridurre l’attività infiammatoria in corso. La condizione è complessa perché oltre l’insufficienza della secrezione del cortisolo come risposta a stressors si evidenzia anche un’inerzia nel ripristino dei suoi livelli basali. Questa caratteristica è denominata perdita della ritmicità circadiana dell’asse neuroimmunoendocrino. L’alterazione dell’asse HPA è interconnessa inoltre anche con il sistema nervoso simpatico. La tiroidite autoimmune è quindi caratterizzata, indipendentemente dalla causa scatenante dello stato infiammatorio, dall’inadeguatezza della reazione neuroimmunoendocrina a contenere ed eventualmente estinguere la flogosi, con la conseguenza di giungere al danno dei tessuti sani. I pazienti con tiroidite evidenziano però anche un quadro emozionale spesso coincidente con la loro condizione somatica. Il paziente con tiroidite autoimmune sul piano emotivo non è spesso in grado di aggredire i suoi consimili per difendere se stesso e i propri interessi. Il paziente si trova emotivamente predisposto ricorrere a comportamenti lesivi del proprio interesse o benessere. La terapia convenzionale della tiroidite cronica autoimmune nella forma ipotiroidea consiste nella somministrazione farmacologica secondo la funzionalità tiroidea di L-tiroxina.

Nel campo della medicina biologica l’ omotossicologia può integrare il trattamento delle tiroiditi croniche. L’ omotossicologia non rappresenta una terapia sintomatica della tiroidite, ma può essere impegnata in un trattamento integrato per la gestione delle problematiche fisiche ed emozionali che accompagnano la patologia. Una buona anamnesi e una visita medica sono essenziali soprattutto per valutare il paziente sul piano fisico e per il risentito emozionale da lui espresso. Secondo l’ omotossicologia la malattia è interdipendente dall’incessante lotta che ogni organismo vivente compie per la gestione delle omotossine. Il termine omotossine include le sostanze tossiche provenienti dall’esterno dell’organismo e assunte dallo stesso in vario modo: alimentazione, respirazione, contatto ecc. Altrettanto parte delle omotossine sono i metaboliti connessi al complesso lavoro biochimico necessario per la preparazione dei comportamenti e delle emozioni. Anche tale impegno biochimico è produttore di scorie residue da eliminare. Lo stress ossidativo tipico della tiroidite inoltre è intimamente interconnesso alla gestione delle omotossine. Anche lo stress emozionale del paziente e le connesse reazioni neuroimmunoendocrine sono fondamentali nella comprensione della tiroidite. In ogni caso le omotossine prodotte o introdotte in un organismo devono essere gestite ed eliminate. Quando la loro gestione complessivamente supera un livello di soglia critico, l’organismo ha una maggiore difficoltà nel garantire i complessi meccanismi della regolazione. Un paziente affetto da tiroidite autoimmune può essere affetto anche da patologie organiche concomitanti, altrettanto impegnative per la gestione complessiva delle omotossine prodotte. Il trattamento con omotossicologia della tiroidite si avvarrà pertanto di rimedi con funzione drenante le omotossine. Questi ultimi saranno generalmente associati ad altri rimedi di omotossicolgia indicati per modulare l’espressione emozionale. Infine sono parte del protocollo di terapia rimedi specifici per le eventuali patologie organiche concomitanti.

L’obiettivo della terapia con omotossicologia nella tiroidite è il miglioramento dello stato generale del paziente, elevando la sua omeostasi e il suo equilibrio emozionale. Tale condizione non è certo sinonimo di guarigione, ma favorisce il decorso della malattia e permette una gestione integrata del paziente.

La conoscenza  del funzionamento e delle basi metodologiche della medicina omotossicologica sono la premessa per il uno corretto impiego del metodo. I rimedi adottati sono  formulati generalmente in compresse o gocce perlinguali. L’assorbimento dei rimedi avviene  pertanto in bocca. attraverso le mucose L’ omotossicologia  possiede  anche una vasta gamma di  rimedi iniettabili  che estrinsecano un ruolo importante nel trattamento delle malattie più impegnative, contribuendo a ridurre un eventuale fabbisogno di farmaci per via sistemica e favorisce il drenaggio delle omotossine. L’  omotossicologia iniettabile è uno strumento adottato per la cura dei pazienti  privo di effetti collaterali degni di nota.  Prescrivere e somministrare questa terapia è atto medico in Italia. .L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici e presso il Registro dei medici che praticano  sia agopuntura, sia la medicina omotossicologica, sono una indicazione per il paziente sulla qualità della formazione ricevuta dell’operatore. La metodica non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale , ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa sinergia e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.

Dott. Fabio Elvio Farello

 

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