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Carcinoma prostata e omotossicologia

Carcinoma della prostata e omotossicologia

Carcinoma della prostata e omotossicologia
Carcinoma della prostata e omotossicologia

L’ omotossicologia non è una terapia per il carcinoma della prostata ma può essere utile per sostenere il paziente durante la malattia per il drenaggio delle tossine e per rispondere a patologie concomitanti senza ulteriore impegno farmacologico. La prostata è una ghiandola dell’apparato genitale maschile dei mammiferi con la funzione di produrre ed emettere il liquido seminale. Il liquido seminale contiene gli elementi necessari proteggere e veicolare gli spermatozoi. La prostata è una ghiandola fibromuscolare di forma variabile, nel soggetto normale è piramidale, simile ad una castagna. In un uomo adulto la prostata misura circa tre centimetri e pesa circa venti grammi. In caso di ipertrofia prostatica benigna questo peso e dimensione possono aumentare considerevolmente. A causa della sua posizione, le malattie della prostata spesso interferiscono con la minzione, l’eiaculazione o la defecazione. La prostata contiene molte piccole ghiandole che producono circa il venti per cento della parte liquida dello sperma. Nel carcinoma prostatico le cellule di queste ghiandole mutano in cellule cancerose.

Per funzionare la prostata ha bisogno di ormoni maschili, noti come androgeni. I due condotti eiaculatori sono posizionati presso due depressioni e poco al di sotto di queste vi è un lieve solco mediano la prostata nei lobi laterali destro e sinistro. La prostata è composta anche da tessuto muscolare. Questa muscolatura è ancorata tramite fibre collagene agli strati fasciali attorno alla prostata che ne costituiscono la sua “capsula” e allo stesso tessuto fibromuscolare della prostata.  Le cause specifiche del carcinoma alla prostata rimangono oggetto di studio. I primi fattori di rischio: l’età e la storia familiare. Il cancro prostatico è molto raro negli uomini sotto i 45 anni, ma diventa più frequente all’aumentare dell’età. Tutti gli altri fattori di rischio noti per il cancro sono da considerare anche nel carcinoma della prostata: stile di vita, alimentazione, fumo, esposizione a tossici ambientali, esposizione a tossici alimentari, farmaci interferenti con il sistema immunitario, sedentarietà, stress, campi elettromagnetici  ecc. ecc.

La ipertrofia prostatica benigna e il cancro alla prostata le malattie più frequenti della ghiandola. Essendo il carcinoma della prostata molto frequente nell’uomo adulto, la fase di diagnosi è indirizzata principalmente a distinguere il carcinoma dalla ipertrofia prostatica . Spesso il tumore alla prostata è asintomatico e si rileva sempre più frequentemente per un rialzo del PSA Prostate Specific Antigen, sostanza secreta dalla ghiandola prostatica nello sperma. L’aumento della sua concentrazione negli esami del sangue può essere un marcatore delle malattie infiammatorie e del tumore alla prostata. Si considera degni di approfondimento valori di di PSA superiori ai 4 ng/ml. Una visita specialistica può individuare un’anomalia alla prostata mediante l’esplorazione digitale del retto. Si ritiene molto utile anche la ecografia prostatica transrettale. In caso di sospetta neoplasia si procede con una biopsia per verificare la natura della patologia nella prostata. La terapia della neoplasia della prostata è l’asportazione chirurgica dell’organo. Successivamente possono essere necessarie radioterapia, chemioterapia e terapia ormonale L’intervento di asportazione chirurgica della prostata si chiama prostatectomia radicale. La frequenza del carcinoma prostatico nel mondo è molto variabile e segue una gradiente progressivo tra oriente e occidente. Il carcinoma prostatico è meno diffuso in Asia, più comune in Europa, e maggiormente frequente negli Stati Uniti. Questo gradiente suggerisce una relazione tra stile di vita, stress, ambiente e nutrizione con l’induzione del carcinoma prostatico. Alcuni studi evidenziano una correlazione inversa con il numero delle eiaculazioni, ma sono ancora oggetto di controversie.

Il trattamento convenzionale del carcinoma alla prostata può essere integrato da rimedi di omotossicologia. Il senso di questa integrazione è migliorare lo stato generale del paziente   con i drenanti e trattare quando possibile malattie concomitanti senza  ricorre ad altro carico farmacologico per il paziente.  L’ omotossicologia può essere aggiunta in un trattamento intregrato per la gestione delle problematiche fisiche ed emozionali che accompagnano la patologia. Secondo l’omotossicologia la malattia è interdipendente dall’incessante lotta che ogni organismo vivente compie per la gestione delle omotossine. Il termine omotossine include le sostanze tossiche provenienti dall’esterno dell’organismo e assunte dallo stesso in vario modo: alimentazione, respirazione, contatto ecc. Altrettanto parte delle omotossine sono i metaboliti connessi al complesso lavoro biochimico necessario per la preparazione dei comportamenti e delle emozioni. Anche tale impegno biochimico è produttore di scorie residue da eliminare. Lo stress ossidativo è intimamente interconnesso alla gestione delle omotossine. Lo stress emozionale del paziente e le connesse reazioni neuroimmunoendocrine sono infatti fondamentali nella comprensione di ogni malattia. In ogni caso le omotossine prodotte o introdotte in un organismo devono essere gestite ed eliminate. Quando la loro gestione complessivamente supera un livello di soglia critico, l’organismo ha una maggiore difficoltà nel garantire i complessi meccanismi della regolazione. L’ omotossicologia si avvarrà pertanto di rimedi con funzione drenante le omotossine. Infine sono parte del protocollo di terapia rimedi specifici per le eventuali patologie organiche concomitanti.  L’obiettivo del omotossicologia è il miglioramento dello stato generale del paziente, elevando la sua omeostasi e il suo equilibrio emozionale. Tale condizione non è certo sinonimo di guarigione, ma favorisce il decorso della malattia tramite una gestione integrata del paziente.

La conoscenza  del funzionamento e delle basi metodologiche della medicina omotossicologica sono la premessa per il uno corretto impiego del metodo. I rimedi adottati sono  formulati generalmente in compresse o gocce perlinguali. L’assorbimento dei rimedi avviene  pertanto in bocca. attraverso le mucose L’ omotossicologia  possiede  anche una vasta gamma di  rimedi iniettabili  che estrinsecano un ruolo importante nel trattamento delle malattie più impegnative, contribuendo a ridurre un eventuale fabbisogno di farmaci per via sistemica e favorisce il drenaggio delle omotossine. L’  omotossicologia iniettabile è uno strumento adottato per la cura dei pazienti  privo di effetti collaterali degni di nota.  Prescrivere e somministrare questa terapia è atto medico in Italia. .L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici e presso il Registro dei medici che praticano  sia agopuntura, sia la medicina omotossicologica, sono una indicazione per il paziente sulla qualità della formazione ricevuta dell’operatore. La metodica non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale , ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa sinergia e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.

Dott. Fabio Elvio Farello

 

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